Santissimo Nome di Maria al Foro Traiano

L’antica chiesa di San Bernardo era ad una navata contre altari dedicati alla Madonna (altare maggiore), a San bernardo e al SS. Crocifisso. Dopo il lavori settecenteschi la chiesa si presenta all’esterno a pianta ottagonale con cinque lati visibili. La balaustra è decorata con undici statue raffiguranti personaggi biblici. La cupola rielabora il modello di Santa Maria di Loreto. L’interbno è di forma ellittica diviso da pilastri entro i quali si aprono le cappelle.Descrizione: Madonna con bambino in legno di cedro datata al XII secolo. Entrata in uso: tra l’anno 1440 e l’anno 1444 Immagine: Dipinto
Note sulla raccolta: Raccontano il Bombelli e il Carocci che nel XVIII secolo erano talmente tanti gli ex-voto d’argento che furono affissi finanche sul soffitto. Tipologia degli ex voto: Tavolette dipinte, Oggetti di oreficeria

Il sacerdote Francesco de’ Foschi della Berta fondò in onore di Bernardo di Chiaravalle la confraternita di San Bernardo. Dalla prima sede in ‘S. Maria Scala Coeli’ alle Tre Fontane la confraternita si spostò nel 1440 nella nuova chiesa di San Bernardo presso la colonna Traiana. L’altare centrale era dedicato alla Madonna ed ospitava un’immagine donata al de’ Foschi dal pontefice Eugenio IV attribuita a S. Luca. La tradizione vuole che l’icona appartenesse al tesoro del Sancta Sanctorum conservato nell’oratorio di San Lorenzo alla Scala Santa. Alla fine del XVII secolo la chiesa fu lasciata in stato di abbandono e la stessa confraternita risulta in quel periodo in forte decadenza. La liberazione di Vienna dall’assedio dei turchi – avvenuta nel settembre del 1683 in seguito all’accordo, impetrato da papa Innocenzo XI, tra Leopoldo I imperatore d’Austria e Giovanni III Sobieski re di Polonia – mutò le sorti del santuario. Il papa infatti, che aveva l’11 agosto inaugurato il giubileo universale per implorare la liberazione, ottenuta la vittoria sui turchi nell’ottava della festa della natività di Maria, stabilì di estendere la festa del Nome di Maria a tutta la chiesa. Se ne giovò la Confraternita del SS.mo Nome di Maria istituita nel 1642 dall’abate Giuseppe Bianchi dei monaci Silvestrini e residente nella chiesa di Santo Stefano del Cacco, la quale fu promossa l’11 maggio 1689 ad arciconfraternita. Nel 1694 si iscrise al sodalizio lo stesso Leopoldo I portandolo di fatto sotto l’egida austriaca; nel medesimo anno l’arciconfraternita ottenne l’affidamento della chiesa di S. Bernardo. La chiesa fu riedificata dalle fondamenta a partire dagli Trenta del secolo successivo (il 19 agosto 1736 fu fatta la cerimonia della posa della prima pietra officiata dal cardinale Pio Antonio Guadagni) e il 5 settembre 1741 si poté consacrare la nuova chiesa dedicata al SS. Nome di Maria e a S. Bernardo. Una solenne processione introdusse l’icona della Vergine all’interno della nuova chiesa. Con la costruzione del pavimento nel 1742 si conclude la prima fase dei lavori e il 16 giugno 1750 viene consacrato il nuovo altare maggiore. Nel 1858 la chiesa fu chiusa per ulteriori lavori di restauro che si protrassero per circa un decennio. Sisto V con una bolla del 15 luglio 1587 concede l’indulgenza plenaria ai devoti che visiteranno la chiesa di S. Bernardo. Benedetto XIV con breve del 10 settembre 1741 confermò l’indulgenza anche per la nuova chiesa del Santissimo Nome di Maria e San Bernardo. Una nuova conferma sarà ratificato il 13 giugno 1815 da Pio VII. Un elenco dei privilegi ottenuti da Sisto V – il Sommario delle indulgenze e privilegi della Confraternita raccolto da P. Pietro Fulvio priore – si trova nell’archivio della chiesa. Nel 1591 Gregorio XIV concesse al sodalizio il titolo di arciconfraternita. Alla fine del XVII era praticamente estinta.

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