Santo Antimo

Secondo la Passio Sancti Antimi il corpo del martire venne deposto in suo oratorio. Nel luogo dove doveva trovarsi il santuario sono stati rinvenuti i resti di un edificio a forma di basilica con abside e pilastri (Fiocchi Nicolai 1979, p. 267). Tale edificio aveva l’abside rivolta a NW.Descrizione: Oggetto del culto è la tomba del martire, il luogo ove è sepolto il suo corpo. La Passio colloca il martirio in età dioclezianea. Reliquia: Ossa
Raccolta di ex voto: Dato non disponibile

Per la più antica attestazione si è considerato l’arco di tempo a cui viene datata la redazione più antica del Martirologio geronimiano (431-450). Oltre alla citazione in quest’ultimo, esiste una sola attestazione esplicita della funzione di santuario, nella Passio Sancti Antimi(sec. IX, forse da redazioneoriginaria di V ex.-VI in.) pubblicata in Mara 1964, pp. 54-77.Nell’anno 1343 la chiesa di Santo Antimo è in funzione con la qualifica di arcipresbiterale, dipendente dalla cattedrale di Santa Maria di Vescovio (Forum Novum): Tomasetti, Biasotti 1909, pp. 92-93; Mancinelli 1994, Allegato I, scheda G. Nell’anno 1573 la chiesa di Sant’Antimo, diruta, è parte di un beneficio semplice (vedere nelle fonti archivistiche segnalate le relazioni sulle visite pastorali del XVI secolo). Secondo il racconto della Passio Sancti Antimi (Mara 1964, pp. 54-77) il presbitero Antimo predicava la religione cristiana non lontano da Roma, presso la via Salaria. Per questo motivo venne arrestato e giustiziato dai soldati romani; sopravvissuto miracolosamente, riprese le sue predicazioni, ma venne arrestato di nuovo e decapitato. I seguaci seppellirono il corpo del martire nel luogo dove era solito pregare; qui sorse il santuario a lui dedicato.Sul ruolo del culto per S. Antimo e della sua passio nell’ambito delle strategie agiografiche farfensi vedere Susi 2000. Nel 1904 vennero distrutti gli ultimi resti della basilica del Santo Antimo e venne interrato l’accesso alla catacomba. Nel 1343 la chiesa di Santo Antimo è in funzione con la qualifica di arcipresbiterale, nell’ambito della diocesi di Sabina (Tomasetti, Biasiotti 1909, pp. 92-93). Al sinodo del 501 (papa Simmaco) partecipa il vescovo Dulcitius, ritenuto primate della sede di Cures Sabini, che si firma Episcopus Sancti Antimi (Di Manzano, Leggio 1980, p.4).Il santuario, inizialmente pertinente alla diocesi di Cures, passa sotto la giurisdizione della sede vescovile di Nomentum quando, nel gennaio 593, papa Gregorio Magno, denunciando lo stato di abbandono in cui versa la Sancti Anthemii ecclesia in Curium Sabinorum territorio constituta, probabilmente in conseguenza dell’occupazione longobarda, ne affida la cura al vescovo di Nomentum Grazioso. Prima del 944 si completa l’unione delle antiche sedi episcopali di Cures, Nomentum e Forum Novum, con la creazione della diocesi di Sabina, che ha sede a Santa Maria di Forum Novum (cfr. schede diocesi successive). Nell’arco di tempo indicato, la chiesa di S. Antimo passa dalla giurisdizione della diocesi di Cures a quella del vescovo nomentano e quindi di quello foronovano (cfr. scheda Giurisdizione). Alla data indicata il cardinale Orsini possiede un beneficio semplice con alti redditi, che comprende la chiesa di Santo Antimo ed altre chiese situate nel territorio ad essa circostante.

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