Santo Eleuterio

E’ stata avanzata l’ipotesi che l’edificio abbia avuto almeno tre fasi edilizie: una tardoantica, una altomedievale ed una medievale, quest’ultima identificabile con la chiesa consacrata da Innocenzo III nel 1198. Dalle fonti di archivio si hanno notizie, per i secc. XVI, XVII e XVIII, sullo stato materiale della chiesa, sui restauri di cui necessitava e sugli interventi edilizi effettuati (Saladino, Somma 1993, pp. 82-83 e relative note).Descrizione: Oggetto del culto è la tomba del martire, il luogo ove è sepolto il suo corpo (la Passio colloca il martirio in età adrianea). Nell’area dove sorgeva il santuario vi era una fonte considerata miracolosa (salutifera). Reliquia: Ossa Luogo: Fonte
Raccolta di ex voto: Dato non disponibile

La cronologia indicata per la più antica attestazione corrisponde all’arco di tempo a cui viene datata la redazione più antica del Martirologio geronimiano.Nel 1157 il vescovo di Rieti Dodone, nel consacrare l’altare maggiore della cripta della cattedrale, vi collocò, fra le altre, reliquie di Eleuterio e Anzia (F. Ughelli, Italia Sacra sive de episcopis Italiae…, I, col. 1200, citato in Leggio 2000, p. 151); le reliquie del martire furono definitivamente traslate nella cattedrale nel 1562: non è noto se dopo questa data il santuario sia rimasto in funzione.Fra il 1876 ed il 1879 la chiesa del Santo Eleuterio viene completamente demolita per l’edificazione del cimitero urbano di Rieti. Per le circostanze della fondazione vedere il testo della Passio Sancti Eleutherii (Acta Sanctorum, Aprilis, II, pp. 532-534; pubblicata in Franchi De’ Cavalieri 1901, pp. 137-146), considerata la versione latina di un originale greco compilato non prima del V secolo, con aggiunte ed adattamenti alla situazione locale (Leggio 1996, pp. 5-8). Un privilegio di papa Adriano IV (an. 1122) attesta la concessione al vescovo Dodone di Sant’Eleuterio con le sue cappelle dipendenti (LEGGIO 2000, p.154: il privilegio, scomparso, è ricordato in un documento del 1353, conservato a Rieti presso l’Archivio capitolare, libro 4° delle pergamene, c. 46v). La chiesa è citata sia nella bolla di papa Anastasio IV (1153) che in quella di Lucio III del 1182. Nel sec. XIV diviene collegiata. Nel 1506 papa Giulio II stabilì l’unione di Santo Eleuterio alla Mensa Capitolare della cattedrale di Rieti (Santa Maria), a causa delle difficoltà economiche. Il dato è ipotetico. Un documento degli inizi del sec. XI attesterebbe l’esistenza di un monastero legato al santuario (Regesto Farfense, III, doc. 536, p. 245, anni 1021-1023; vi si cita un petrus abbas ex monasterio S. Heleutherii che interviene ad un giudicato tenuto nell’atrio dell’episcopato reatino: Caraffa 1981, n. 170; Saladino, Somma 1993, pp. 44-49 e 82-83; Leggio 2000, p. 153) : non sussistono, però, elementi sicuri per tale identificazione.

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