Santo Spirito a Maiella

Il complesso cultuale sorge sotto uno sperone di roccia. La chiesa. presenta un’antica zona presbiterale caratterizzata da archi a sesto acuto. La porte poste al lato dell’altare conducono al coro, sono inoltre presenti anche la sala capitolo e la sacrestia. Non mancavano le officine e dietro la chiesa sorgeva una casa per i pellegrini.Descrizione: Si tratta del busto ligneo che ritrae Pietro Celestino benedicente in abiti papali. Una pianeta cinge le spalle del santo. La statua inoltre, presenta un reliquiario al centro del petto. Entrata in uso: tra l’anno 1700 e l’anno 1799 Immagine: Statua Descrizione: La grotta presso cui, secondo la tradizione dimorò Pietro Celestino, é coniderata oggetto di devozione fin dal 1792 quando l’allora vescovo di Chieti vi si recò in visita. (Cfr.Santa Visita, busta 524 ff. 64r-65v.) Entrata in uso: nell’anno 1792 Luogo: Grotta
Raccolta di ex voto: Dato non disponibile

Secondo la tradizione Santo Spirito fu fondato dallo stesso Pietro da Morrone, anche se già in precedenza il luogo era abitato da eremiti. L’esistenza dell’eremo di Santo Spirito è documentata dal 1259. Il santuario cadde in disuso nel XV secolo, e tale stato di cose si protrasse almeno fino al 1586, anno in cui il complesso cultuale fu sistemato ed ampliato, per intervento del priore Pietro Santucci da Manfredonia, in tale occasione fu anche ripristinata la celletta in cui secondo la tradizione dimorava Pietro da Morrone, segno questo della presenza di un culto nei confronti di Pietro Celestino, più che nei confronti dello Spirito Santo. Nel 1807 le soppressioni colpirono la comunità monastica dei Celestini di Santo Spirito. Nel 1837 il complesso passò nelle mani dei Crociferi di Napoli. Monsignor Saggese, vescovo di Chieti, riacquistò nel 1841 Santo Spirito e cercò di rianimarne il culto, affidandolo a degli eremiti. Nel dopoguerra il complesso cultuale fu si nuovo abbandonato, e solo recentemente è stato restaurato. Secondo la tradizione lo stesso San Pietro Celestino vide più volte volare una colomba sul posto dove sorse, poi il santuario. Al momento della consacrazione della chiesa Pietro Cestino sentì rumori di bronzi e vide uno stuolo di angeli e beati. Lo stesso re David apparve ed intimò che la chiesa fosse dedicata allo Spirito Santo. Per quanto dunque la dedicazione del santuario e la leggenda di fondazione si richiamino costantemente allo Spirito Santo, esso si configura piuttosto come luogo di culto dedicato a San Pietro Celestino, stando agli oggetti venerati quali la statua e la cella. Benedetto XIV concesse, il 12 aprile 1741, l’indulgenza plenaria del Perdono. Nel rescritto della Sede Apostolica del 25 settembre 1893, fu ripristinata la pratica del Perdono. Nel 1259 non esite ancora la comunità monastica dei Celestini, ma si è di fronte ad un gruppo di eremiti, privi di qualsiasi riconoscimento ufficiale da parte della gerarchia ecclesiastica. Nel 1263 si trasforma in comunità monastica integrata nell’Ordo Sancti Benedicti. In seguito alla canonizzazione di Pietro Celestino modificherà il precedente Ordo Sancti Spiritus de Maiella in Ordo Sancti Petri de Murrone. Dalla Metà del XIV secolo sarà denominato Ordo Caelestinorum.

65020 Roccamorice PE, Italy
  • contatto telefonico: +39 085 922343
  • ubicazione:Link Google maps