Beata Vergine del Cantone

Descrizione: affresco cm 140×100. Rappresenta la Madonna seduta, leggermente rivolta col capo ricurvo verso la propria destra e col Bimbo ritto in piedi completamente nudo, che stringe con la mano sinistra una rondine, mentre con la destra benedice. La Vergine indossa una veste rossa sotto il manto azzurro che le ricopre il capo. Per qualcuno l’affresco è anteriore al 1400, per altri è da collocare tra il XV e il XVI secolo. Secondo Antonio Corbara è del XVI secolo e appartiene stilisticamente al gruppo faentino che comprende opere del tipo S. Maglorio (affresco staccato e ora nel Museo delle Ceramiche di Faenza), della Madonna della Pieve Tho, della Pietà del Monte dei Pegni di Faenza. L’affresco in origine era monocolore (ocra-rosso), nel sec. XVIII sarebbe stato colorato. Entrata in uso: tra l’anno 1400 e l’anno 1500 Immagine: Dipinto
Note sulla raccolta: Oggi non c’è nessuna raccolta, ma c’erano fino al 1938, poi vennero alienati per fare la corona d’oro. Tipologia degli ex voto: Oggetti di oreficeria

Non si conosce l’esatta origine dell’oratorio, documentato con certezza solo nei primi anni del ‘600. Il santuario costruito a ridosso dell’angolo (cantone) dell’abside della Pieve, ora Concattedrale, risale presumibilmente al XV secolo. Fu realizzato per dare protezione all’immagine della Madonna affrescata su muro, ma, nel corso dei secoli fu arricchito di decorazioni e arredi. Sulla facciata, rifatta in epoca recente, sono murate varie epigrafi per scampati pericoli della Città. La tradizione riconnette le origini del culto alla Beata Vergine del Cantone al fatto d’arme del 19 maggio 1358 in cui, per merito principale delle donne modiglianesi, i mercenari della Grande Compagnia vennero respinti, salvando così Modigliana dalla devastazione e dal saccheggio. Le quattro celebri lunette di Silvestro Lega un tempo esistenti nel Santuario, che tra il 1858 e il 1863 sostituirono altre pitture a chiaroscuro sullo stesso tema (la peste, la fame, la guerra e il terremoto) alludono ad altrettanto prodigiosi interventi della madre celeste: nella pestilenza del 1630, nel colera del 1855, nella carestia del 1648 e del 1816, nel terremoto del marzo 1661 e dell’ottobre 1725, nel temuto assedio del 1641, nell’insurrezione del 1799 contro la dominazione francese. Per l’ottenuta cessazione della pestilenza del 1630, in data 10 febbraio 1646 il Consiglio comunale deliberò di innalzare un monumento di gratitudine alla Madre Celeste: venne così costruita l’anno dopo, sul torrione dominate la porta del Castello, una elegante tribuna ove fu collocata una grande statua, dovuta allo scalpello del bolognese Clemente Molli, riproducente le fattezze della Madonna del Cantone. Tale monumento cittadino alla Patrona Celeste, seriamente danneggiato nell’ultima guerra, veniva completamente restaurato nell’anno 1948. In tale occasione il vescovo mons. Massimiliani riconsacrava alla Beata Vergine del Cantone, la città e diocesi. La tradizione riconnette le origini del culto alla Beata Vergine del Cantone col fatto d’arme del 19 maggio 1358 in cui, per merito principale delle donne modiglianesi, i mercenari della Grande Compagnia vennero respinti, salvando così Modigliana dalla devastazione e dal saccheggio. Sulla facciata, rifatta in epoca recente, sono murate varie epigrafi per scampati pericoli della Città. BIBLIOGRAFIA – Oltre ai testi specificamente dedicati a questo luogo di culto si rinvia ad alcuni repertori significativi che presentano sezioni relative al santuario. – ARTICOLO IN MISCELLANEA – Pezzoli Stefano, ‘Repertorio generale dei Santuari in Emilia Romagna’, in Arte e Santuari in Emilia Romagna 1987, pp. 179 – 239. (Per la diocesi di Faenza-Modigliana sono descritti i seguenti santuari: Beata Vergine del Cantone). dal 1938 fino al Concilio Vaticano II c’erano preghiere indulgenziate.

47015 Modigliana, Province of Forlì-Cesena, Italy