Beata Vergine delle Grazie del Castello

La chiesa attuale, che è il risultato dei numerosi rimaneggiamenti avvenuti nel corso dei secoli, presenta una facciata di semplici forme neoclassiche, con finestratura a lunetta; a sinistra della facciata si eleva il campanile. Anche l’orientamento della chiesa è stato modificato: era trasversale a quello attuale. L’interno è a navata unica, divisa in campate. Da una delle campate, a sinistra, si accede al locale in cui sono raccolti gli ex-voto. All’altare maggiore si trova la statua della Madonna, ricoperta di un vestito di rame sbalzato.Descrizione: La venerata statua della Madonna è una antichissima scultura, risalente al secolo X o XI. In origine la statua, di legno greggio, rappresentava un esempio di scultura rustica, ma fin dal XVII secolo è stata oggetto di continui ritocchi e restauri non sempre adeguati, che ne hanno gradualmente modificato l’aspetto fino a quello attualmente visibile, che risale alla prima metà dell’Ottocento. La statua rappresenta la Madonna in piedi che sostiene con la mano sinistra il Bambino che regge il globo sormontato dalla Croce. Le due figure, che nel corso dei secoli sono state più volte ritoccate e variamente decorate, esprimono un atteggiamento regale, sottolineato anche dalle due corone e dallo scettro che la Beata Vergine regge nella mano destra. Entrata in uso: tra l’anno 900 e l’anno 1100 Immagine: Statua
Note sulla raccolta: Gli ex-voto oggi visibili sono costituiti da cuori d’argento, quadretti ricamati, alcune fotografie; si sono conservate solo due tavolette dipinte, ma non sono esposte al pubblico. Tipologia degli ex voto: Tavolette dipinte, Oggetti di oreficeria, Fotografie, Altro Rinvio a pubblicazioni o descrizioni a stampa: Artocchini Carmen, Folklore piacentino, Piacenza 1971. Artocchini Carmen, ‘Le tavolette ex-voto. Proposta per un censimento nel Piacentino’, in Cultura piacentina tra Sette e Novecento. Studi in onore di Giovanni Forlini, Piacenza 1978, pp. 263 – 269.

Nei primi tempi (in un arco di tempo tra il 1000 e il 1250) la devozione si diffuse nelle vicinanze del Castello di San Giacomo, all’interno del quale trovavano rifugio i valligiani durante le lotte e gli assedi: la cappella dedicata alla Vergine era certamente un richiamo ad invocare la protezione celeste e la statua ivi venerata è fatta risalire al X-XI secolo. Quando il Castello di San Giacomo – che nel nome richiama, come altre località delle valli limitrofe, il percorso della Via Francigena – fu demolito, forse anche perché non più rispondente alle esigenze difensive, il piccolo oratorio fu conservato, restaurato e più volte rimaneggiato: segno che la devozione non era andata perduta, ma anzi si era divulgata nei paesi vicini.Il luogo è stato elevato a santuario nel 1902.

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