Cripta dei papi

La cripta dei papi è un vano di forma vagamente trapezoidali, occupato sulle pareti laterali da ampi loculi nella parte alta su cui sono stati collocati gli epitaffi papali originari, rinvenuti frammentari dal de Rossi; Sisto venne deposto nel più importante sepolcro di fondo, una tomba del tipo “a mensa”, predisposta, cioè, per la celebrazione ad corpus mediante una lastra di chiusura collocata orizzontalmente, oggetto di considerevoli interventi ornamentali mirati, appunto, alla valorizzazione achitettonica e decorativa della struttura funeraria. La sistemazione più radicale va riferita all’attività del pontefice Damaso (366-384), noto per i suoi epigrammi celebrativi in onore dei martiri, in rapporto alla quale, per l’affissione di due lastre con iscrizioni in esametri mirabilmente incise da Furio Dionisio Filocalo, una dedicata a Sisto e l’altra a tutti i santi deposti nel cimitero, fu necessario chiudere il sepolcro “a mensa”, rendendone forse traguardabile l’interno mediante un elemento traforato o una piccola apertura, una sorta di fenestella confessionis che favoriva il rapporto “materiale” tra il martire e il fedele. Il rito eucaristico veniva eseguito davanti alla tomba, su una mensa sostenuta da quattro pilastrini di cui restano le impronte nella pedana antistante, e verso la quale venne direzionato un piccolo lucernario che, giustapposto ad uno grande centrale già esistente, permetteva l’illuminazione diretta dell’altare e del prospetto di fondo rivestito interamente di lastre di marmo bianco di cui si conservano resti.Descrizione: tomba/corpo. Oggetto di venerazione nel santuario erano le sepolture dei nove papi ivi sepolti, alcuni, Sisto, Fabiano e Ponziano, martirizzati, quest’ultimo dopo la deportazione in Sardegna. Tipo: Oggetto del culto non classificabile come immagine o reliquia
Raccolta di ex voto: No

La camera predisposta per la sepoltura dei pontefici fin dalla morte di papa Ponziano, avvenuta nel 235, acquisì precocemente, si può ritenere, il ruolo di luogo devozionale con la sepoltura di papa Sisto II, martire della persecuzione di Valeriano, che mirò direttamente all’eliminazione della gerarchia ecclesiastica, martirizzato proprio durante una celebrazione nell’area subdiale della catacomba (come tramanda il contemporaneo Cipriano). Pur rimanendo predominante il culto sistino il santuario si arricchì del culto degli altri otto papi sepolti nello stesso luogo (Ponziano -235-; Anterote -236-; Fabiano -236-250-; Lucio -253-254-; Stefano -254-257-; Sisto -257-258-; Dioniso -258-268-; Felice -268-274-; Eutichiano -274-283-) e non smise di essere frequentato nemmeno con la traslazione delle reliquie di questi: testimonianza in questo senso è costituita da alcuni affreschi dipinti nella retrostante cripta di Santa Cecilia, in particolare un’immagine di Cristo barbato riferibile al IX secolo e la raffigurazione di papa Urbano attribuita al X-XI secolo, per lo più posteriori alle traslazioni documentate dal luogo. I corpi di Sisto, Fabiano, Ponziano furono, infatti, portati da Pasquale I (817-824) a Santa Prassede (Liber Pontificalis II, p. 64).

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