Madonna del Belvedere

Nel XVI secolo la chiesa subì successivi ampliamenti, come sarebbe dimostrato anche dall’epigrafe esistente nella sacrestia dove si legge: «Hoc opus fecit Marcus Antonius Cervellino. 1524.» Ad essa fu aggiunto un avancorpo, l’attuale aula unica coperta con una struttura lignea.Descrizione: Statua lignea policroma attribuita ad un periodo che oscilla tra la fine del XIV secolo e gli inizi del XV. La Madonna è raffigurata in trono: con il braccio sinistro stringe a sé il Bambino e con il destro sorregge un pomo (oggi perduto). Il Bambino benedice con la mano destra e con la sinistra stringe uno scettro. Il manto della Vergine è dorato come pure quello del Bambino. I vestiti sono d’argento meccato. I lineamenti del volto della Vergine sono molto curati ed il velo scende dalla testa per adagiarsi sulle spalle. Una fascia damascata conclude il vestito sottolineando lo sviluppo del collo. Sulla base della statua è incisa la data 1507, epoca alla quale risalgono le nuove ridipinture. La composizione rigidamente frontale rimanda ad iconografie orientali ancora comuni in Basilicata tra i secoli XIV e XV. Se la composizione è ancora genericamente romanica con tarde derivazioni da modelli laziali, umbri e abruzzesi, alcuni elementi, quali la leggera inclinazione del busto della Vergine, la diagonalità de Entrata in uso: tra l’anno 1350 e l’anno 1450 Immagine: Statua
Ubicazione originaria del Santuario: Anticamente i voti erano appesi alle pareti del santuario Note sulla raccolta: La presenza di ex-voto è attestata già in un documento del 1546 dell’archivio diocesano di Acerenza trascritto dallo studioso Antonio Giganti, dove si fa riferimento a torce di cera e a raffigurazioni di parti anatomiche anche in cera.Documenti successivi citano, come varie tipologie di ex-voto, bare mortuarie, tavolette dipinte, lamine in cera raffiguranti parti del corpo umano, oggetti in oro. Tipologia degli ex voto: Luminarie, Tavolette o lamine con iscrizioni, Tavolette dipinte, Oggetti di oreficeria, Figurine antropomorfiche, Altro

La chiesa viene citata come dipendenza del monastero benedettino di S. Angelo del Bosco di Avigliano (PZ) in un inventario dei beni del predetto monastero redatto nel 1414. Con molta probabilità l’origine può farsi risalire al secolo XIII. Secondo la leggenda dal significato piuttosto oscuro, la statua della Vergine si sarebbe spostata nei pressi di Oppido nel 1507, quando San Pier d’Arena fu bombardata . Essa si posò su una quercia del monte di Belvedere dove fu scoperta da un contadino che vi si era recato per far legna. La Madonna disse all’uomo che voleva essere venerata su quel monte. Diffusasi la notizia, tutti gli abitanti di Oppido andarono sul luogo del rinvenimento e decisero di costruire in onore della Vergine una chiesa più vicina al paese. Terminata la cappella, essi vi trasferirono la statua. Il mattino dopo, però, quest’ultima fu trovata nuovamente sul monte. Per tre volte l’andarono a riprendere e per altrettante volte la statua fu ritrovata sul monte: solo allora capirono che la Vergine voleva essere lì venerata. E così sul monte fu costruito il nuovo santuario. Nel passato la sera della vigilia della festa si accendevano fuochi in tutti i rioni del paese mentre si cantava la Storia della Madonna. Anticamente si svolgevano pellegrinaggi giornalieri al santuario tra il martedì di Pasqua e l’Ascensione, cioé durante tutto il periodo di permanenza della statua in paese. I pellegrinaggi avevano luogo al mattino presto, alla luce di fascetti di canne secche accese a mo’ di torce, recitando preghiere e cantando inni in onore della Madonna. Dal 10 al 26 settembre 1949 si svolse una peregrinatio Mariae con la statua della Madonna del Belvedere nei centri dell’arcidiocesi di Acerenza. Il 16 giugno 1989, in occasione del cinquantesimo anniversario dell’incoronazione della statua mariana, la Penitenziaria apostolica concedeva l’indulgenza plenaria a coloro che si recassero in pellegrinaggio nel santuario. In una visita pastorale del 1781, così come in successivi documenti del XIX secolo, il santuario è citato come chiesa di patronato regio. Non si conosce l’epoca precisa in cui il santuario passò sotto il patronato diretto della Camera Apostolica: probabilmente, già nei primi decenni del XV secolo, in seguito alla soppressione del monastero di S. Angelo del Bosco. La chiesa appartenne con tutta probabilità alla dotazione patrimoniale primitiva del monastero benedettino di S. Angelo del Bosco nel territorio di Avigliano (PZ). Essa viene citata nell’inventario dei beni del monastero redatto nel 1414.

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