Madonna del Fuoco (monastero di Santa Cecilia)

Descrizione: Il quadretto è una tavoletta di quercia di circa cm 15×12; lo spessore è di 8 mm. La tavoletta è dipinta a tempera su fondo oro. La vergine, di tipi bizantino, ha sul braccio destro il Bambino con in mano un globo sormontato dalla croce. Il manto della Madonna scende dalla testa sulle spalle ed è chiuso sotto la gola da un fermaglio. L’immagine è databile tra la fine del ‘400 e l’inizio del ‘500. Entrata in uso: tra l’anno 1475 e l’anno 1515 Immagine: Dipinto
Raccolta di ex voto: No

La devozione alla Madonna del Fuoco, a Faenza, risale al 1567 e nasce da un prodigio. Il 2 agosto del 1567 in una casetta, del vicolo dei Gerbuliani, ora detto Vicolo Ugolino d’Azzo Ubaldini nel Rione Rosso, vicino al monastero domenicano di S. Cecilia, scoppiò un violento incendio che distrusse quasi tutta la casetta. Rimase in piedi solo una parete; appesa alla parete con un chiodo c’era una tavoletta dipinta. Quella tavoletta dipinta raffigurava la b. vergine col Bambino. Quel quadretto di legno era rimasto completamente illeso. Si gridò al miracolo. La sacra immagine divenne subito oggetto di devozione; cominciarono a diffondersi notizie di guarigioni straordinarie. Il vescovo di Faenza Sighicelli dopo l’inchiesta confermò trattarsi di prodigio. Sempre il vescovo fece poi erigere un altare sul posto e aprì ufficialmente la devozione alla Madonna del Fuoco. La casetta bruciata il 2 agosto era proprietà delle monache domenicane di S. Cecilia. Il 5 gennaio 1568 la sacra immagine venne trasferita nella cappella del Monastero, in vista – dato il continuo flusso di pellegrini – della costruzione della chiesa in onore della Madonna del Fuoco. La devozione acquistò, in epoca moderna, un carattere cittadino. Alla festa partecipavano tutti i faentini: il 2 agosto il vescovo, il clero secolare e regolare, le confraternite si recano solennemente in processione alla chiesa della Madonna del Fuoco, mentre suonano tutte le campane della città, accompagnate dal suono di trombe e spari di mortaretti. La devozione popolare aveva creato anche un’edicola o celletta nel rione di S. Ippolito, nella quale era stata esposta una copia dell’immagine della Madonna del Fuoco. Nel 1622 il vescovo Giulio Monterenzi ordinò che nelle processioni delle Rogazioni minori o di maggio si portasse la sacra immagine della Madonna del Fuoco. Il 26 agosto 1811 veniva donata alla chiesa domenicana l’immagine miracolosa della Madonna detta del Fuoco. Proveniva dal monastero di S. Caterina, dove l’avevano portata le monache domenicane di S. Cecilia, al momento della soppressione del loro monastero (1 agosto 1798). La devozione alla Madonna del Fuoco, a Faenza, risale al 1567 e nasce da un prodigio. Il 2 agosto del 1567 in una casetta, del vicolo dei Gerbuliani, ora detto Vicolo Ugolino d’Azzo Ubaldini nel Rione Rosso, vicino al monastero domenicano di S. Cecilia, scoppiò un violento incendio che distrusse quasi tutta la casetta. Rimase in piedi solo una parete; appesa alla parete con un chiodo c’era una tavoletta dipinta. Quella tavoletta dipinta raffigurava la b. vergine col Bambino. Quel quadretto di legno era rimasto completamente illeso. Si gridò al miracolo. La sacra immagine divenne subito oggetto di devozione; cominciarono a diffondersi notizie di guarigioni straordinarie. Il vescovo di Faenza Sighicelli dopo l’inchiesta confermò trattarsi di prodigio. nel settecento e ottocento. Il monastero delle monache domenicane di S. Cecilia, era soppresso il 1 agosto 1798. Nella chiesa (oggi scomparsa) incorporata al monastero costruita nel 1570 le monache recitavano e cantavano le ore canoniche sia diurne che notturne.

48018 Faenza, Province of Ravenna, Italy
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