Madonna della Quercia

La primitiva chiesa viene definita ampia e antica; nell’abside è murata la quercia dell’apparizione. Viene costruito anche il convento attiguo. Il convento viene chiuso nel 1810 e il santuario cade in progressivo abbandono. In località i Frati, nei pressi dell’ex prigione mandamentale, sorge ora la Cappella dell’Apparizione, fatta costruire da Mons. Luigi Bettazzi nel 1954, per avere un ricordo perpetuo sul luogo dell’apparizione.Descrizione: Statua lignea della Madonna col Bambino, che regge in mano la croce (sec. XV). Entrata in uso: nell’anno 1496 Epifania: Apparizione sui rami di una quercia della Beata Vergine col bambino ad una pastorella del luogo e richiesta di costruzione della chiesa. Immagine: Statua
Rinvio a pubblicazioni o descrizioni a stampa: Artocchini Carmen, Folklore piacentino, Piacenza 1971. Artocchini Carmen, ‘Le tavolette ex-voto. Proposta per un censimento nel Piacentino’, in Cultura piacentina tra Sette e Novecento. Studi in onore di Giovanni Forlini, Piacenza 1978, pp. 263 – 269.
La prima raccolta di miracoli è indicata nella relazione del Commissario Ducale al Duca di Milano (15 maggio 1497) conservato nell’Archivio di Stato di Milano, nel quale vengono elencati i nomi delle persone che sono state guarite prodigiosamente per la Imagine de nostra Dona comparsa in Val de Nura.
Nel 1496-1497, a seguito dell’apparizione sui rami di una quercia della Beata Vergine col bambino ad una pastorella del luogo, si edifica una chiesetta; nei primi tempi della devozione si verificano molte guarigioni prodigiose.Nel XIX sec., dopo la chiusura del convento francescano che ne aveva la custodia, il santuario viene progressivamente abbandonato, ma la statua della Madonna viene trasferita in una chiesetta del paese. Viene costruita una nuova chiesa santuario nel centro del paese (cfr. Madonna della Quercia, parrocchia santuario). Antico stendardo della Confraternita del Santuario Madonna di Val di Nure: ricamo in seta del XVII secolo riproducente la scena dell’apparizione miracolosa. Incisione che rappresenta la scena del prodigio (1754). 1810: con la soppressione del convento, i frati che avevano la custodia del Santuario debbono abbandonarlo. 1810: con la soppressione del convento, i frati che avevano la custodia del Santuario debbono abbandonarlo.

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