Maria Santissima di Trapani

La seconda fase costruttiva coincide con il periodo 1550-1650, periodo in cui il cenobio medievale cambia volto radicalmente: le celle monacali vengono affiancate da vasti e luminosi corridoi, viene realizzato lo scalone monumentale, al piano terra vengono create delle grandi sale che poi diventeranno la sacristia e l’aula capitolare, infine il grande chiostro a due ordini. In questo arco di tempo viene aggiunta la cappella dei “Marinai” in stile rinascimentale; la cappella dei pescatori con lo stupendo arco gotico e affreschi, che sorge accanto al grande chiostro oggi museo, già monastero, ove è esposto il tesoro della Madonna.Descrizione: La Madonna, opera trecentesca di Nino Pisano o della sua bottega, in piedi, regge con il braccio sinistro il Bambino, mentre con la mano destra gli tocca il braccio sinistro.La Madonna piega la testa verso il Bambino che la guarda, ma volge lo sguardo verso l’esterno. Entrata in uso: tra l’anno 1350 e l’anno 1360 Immagine: Statua
Ubicazione originaria del Santuario: Cappella della Madonna. Note sulla raccolta: Una grande produzione di ex voto si ebbe tre il Cinquecento e il Settecento e tale produzione si può suddividere in due grandi categorie: aulici e popolari.Gli ex voto aulici vedono tra l’altro due piatti da parata donata da Don Giovanni Aragona, Duca di Terranova e Principe di Castelvetrano, una catena con smalti policromi donata dalla moglie di Don Pietro di Blasi, raffinati oggetti di oreficeria come un gioiello seicentesco fatto a fiore con diamanti e smeraldi donato dalla Duchessa moglie del Vicerè Duca d’Ozeda, fino ad arrivare alla produzione rococò e il neoclassicismo ottocentesco.Gli ex voto dei ceti meno abbienti ed in particolar modo del ceto marinaresco, sono costituiti prevalentemente da piccole pitture che raffigurano un episodio di difficoltà o di pericolo a cui viene posto fine per intercessione della Vergine; molto spesso era il convento stesso a commissionarle ed esistevano vere e proprie botteghe specializzate in questo genere di pittura. Dipinti su legno, molti anche di pregevole fattura, venivano messi addosso alla statua della Madonna per ricordare e per ringraziare, ma anche per incrementare la devozione del popolo. Tipologia degli ex voto: Oggetti di oreficeria, Protesi vere o rappresentate Conservazione attuale: Cappelle di San Vito e della Madonna.

Dopo le leggi eversive del 1866 il santuario fu amministrato dal Comune di cui divenne, con il convento, proprietà. La Curia e i frati comunque continuarono il culto nei limiti del possibile, fino al 1901, quando ripresero pieno possesso del santuario, perdendo però il convento. Epigrafi marmoree esposte nelle cappelle e nella basilica. 2/6/1476: Giovanni, re di Spagna, proibisce di fare un lazzaretto del convento e della chiesa.9/7/1556: Per ordine viceregio viene stabilito che presso il santuario si svolga la fiera franca e libera, concessa l’anno precedente alla città di Trapani. 1) Bolla Vitae perennis gloria, di Niccolò IV (Orvieto 17/7/1290): un anno e quaranta giorni.2) 8/3/1902: Leone XIII concedeva indulgenza plenaria fino al 14 marzo, in occasione del 168° anniversario dell’incoronazione della Madonna.3) 25/3/1950: Pio XII concedeva indulgenza plenaria in occasione dell’elevazione del santuario a basilica minore.

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