San Milix

Il santuario si inserisce nel complesso cultuale gravitante intorno alla catacomba di Ponziano.Descrizione: L’oggetto del culto era la tomba del martire che, tuttavia, non e’ stata individuata. Per quanto attiene l’identificazione del personaggio venerato in questo cimitero, si è ritenuto che esso sia il martire persiano Milles menzionato nel martirologio romano il giorno 22 aprile e martirizzato in Persia sotto Sapore I (cfr. Manna, cit. in bibliografia, p. 180). In tal caso alla base del culto nel cimitero della Portuense starebbe una traslazione delle reliquie del martire. Entrata in uso: tra l’anno 400 e l’anno 499 Tipo: Oggetto del culto non classificabile come immagine o reliquia
Raccolta di ex voto: No Ubicazione originaria del Santuario: Possono considerarsi ex voto alcune pitture situate nel vano del battistero della catacomba di Ponziano: un pannello dipinto raffigura i Santi Milix e Pimenio ai lati di una croce gemmata e si data intorno al V secolo; un’altra pittura, sempre nello stesso vano e databile al 500-699, raffigura il martire accanto ad Abdon, Sennen e Bincentius; vi si legge l’iscrizione DE DONIS DEI ET SCR M ABDON, che Orazio Marucchi integrava [ET SENNEN GAUDIOSVS FECIT]. Conservazione attuale: Nel luogo originario (nel vano del battistero della catacomba di Ponziano).

L’inizio del ciclo di vita del santuario e` documentato da una pittura databile nell’ambito del V secolo esistente nel cimitero, mentre l’ultima attestazione relativa alla vita del santuario si riferisce alla traslazione delle reliquie di Milix in Vaticano, nella chiesa di Santa Maria in Frari, da parte di papa Paolo I (757-767), come documenta un’iscrizione (cfr. Iosi, cit. in bibliografia). Le reliquie del martire risultano più tarsi traslate nella chiesa di S. Prassede da pasquale I (LP, II, p. 64). Oltre che dagli Itinerari altomedievali, l’esistenza del culto del martire e’ documentata dalle due pitture che lo raffigurano. Oltre che nel catalogo di reliquie trasportate da papa Paolo I a San Silvestro in Capite, un’altra traslazione delle spoglie del martire, nella basilica di Santa Prassede, e’ attestata sotto Pasquale I (Liber Pontificalis II, p. 64); un’iscrizione trovata a San Salvatore della Corte ricorda ulteriori reliquie presenti in quella chiesa. In realta`, la giurisdizione parrocchiale non e’ documentata ma solo supposta; questo tipo di giurisdizione e’ tuttavia possibile, se si considera che il cimitero nel quale si trova il santuario doveva dipendere da un titulus urbano.

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