San Paolo Eremita

La chiesa attuale è stata edificata tra il 1796 e il 1918. Allineata parallelamente al costone, ha due navate. All’esterno i piazzali occultano la possibilità di risalire alla conformazione originaria. Costruita in pietra a vista nel tipico stile gallurese con facciata a capanna del tardo ‘600.Descrizione: La statua di San Paolo Eremita ha nella mano destra un libro e nella sinistra un bastone. Indossa una tunica color bronzo. Lavorata ad Ortisei nel 1955, riprende l’effigie originale andata distrutta in un incendio. Della vecchia, rimane un ritratto conservato nel Santuario. Alta circa 1,45 metri, è situata nella nicchia dietro l’altare trasportato di recente dalla chiesa parrocchiale di Monti. Entrata in uso: nell’anno 1955 Immagine: Statua
Note sulla raccolta: Tra gli ex voto non ci sono oggetti di oreficeria e preziosi. Al Santo vengono donati rosari, quadri, oggetti che contribuiscono ad arricchire la chiesa. Ad esempio, il lampadario della navata centrale, la pavimentazione della sagrestia, la ringhiera dell’altare sono ex voto per grazia ricevuta. Buona parte degli ex voto sono stati eliminati nel decennio 1970-80, quando la chiesa è stata ristrutturata. Significativo è un quadro del Doveri raffigurante San Paolo e risalente alla fine del 1800, inizio 1900, copia di un quadro conservato nella casa parrocchiale di Monti. Tipologia degli ex voto: Luminarie, Tavolette o lamine con iscrizioni, Oggetti vari Conservazione attuale: Gli oggetti sono conservati presso la casa del parroco di Monti.

La prima attestazione della ecclesia de Monte (non è specificata l’intitolazione) si trova nelle Rationes Decimarum Italiae-Sardinia (Città del Vaticano, 1945). Il Fara (in Sardiniae Corographiam, 1580) ricorda l’Ecclesia Sancti Pauli, priorato appartenente ad un ordine non identificato. Gian Paolo Caredda, Sagre e feste in Sardegna, Della Torre, 1990, p. 230. Una leggenda vuole che il Santuario sia stato costruito da un bandito che, ferito in un conflitto, invocò l’intervento divino. Questo si manifestò con San Paolo Eremita che guarì e convertì il bandito, che costruì la chiesa con le proprie mani. In seguito altri banditi visitarono la chiesa chiedendo perdono dei loro crimini. A tale proposito, un esposto del sotto-prefetto Cambiagj dell’Ufficio Circondariale di Pubblica Sicurezza di Ozieri, datato 24 settembre 1873 e indirizzato al vescovo della Diocesi di Bisarcio-Ozieri, chiedeva al vescovo medesimo di sconsacrare la chiesa e ordinare il trasporto della statua e di ogni altra cosa attinente al culto in un’altra chiesa entro l’abitato. La motivazione di tale richiesta era legata ai problemi causati dalle tre giornate d’indulto concesse ai latitanti in occasione della festa, durante le quali molti di essi erano soliti recarsi al Santuario dove potevano incontrare le proprie famiglie. Tuttavia, ciò costituiva occasione di disordini, amplificati dalla natura selvaggia in cui è situato il Santuario. Per tale motivo durante il ventennio le autorità fasciste provvidero a mettere in atto un processo di disboscamento tale da consentire alle forze dell’ordine di avere un maggior controllo del territorio. Un’altra tradizione vuole che la statua del Santo sia di provenienza spagnola, e per tale motivo la popolazione di Alghero ne rivendicava la proprietà. Si dice che un gruppo di pellegrini algheresi giunse a Monti per ricondurre la statua in città. Durante la notte, essendo difficile il cammino dal momento che le strade non erano transitabili come quelle attuali, si fermarono per dormire all’addiaccio. Al mattino scoprirono che la statua era scomparsa. Allora ritornarono nel Santuario e trovarono la statua nel luogo da cui era stata prelevata. Dopo tre giorni di vani tentativi, i pellegrini di Alghero abbandonarono definitivamente l’impresa. Il Santuario fu consacrato il 31 luglio del 1348 dal vescovo di Bisarcio, Marzocco e dal vescovo di Castro, Bernardo. Esisteva un Priorato tra il 1341 e il 1358. Nel 1581 al cap. 54 del Sinodo diocesano di Alghero del vescovo Andrea Bacallar troviamo ancora nominato lo Priorat de Monte. Dalle Rationes Decimarum Italiae nei secoli XIV-Sardinia a cura di P. Sella, Citta del Vaticano, 1945, il priorato di Monti appare sotto la giurisdizione del Vescovado di Castro. Le prime notizie sulla cura spirituale le abbiamo nelle Rationes Decimarum, da cui si apprende che la chiesa era retta da un priore appartenente ad un ordine religioso non specificato. Anche il Fara e l’Aleo parlano di un monastero annesso alla chiesa, ma non specificano a quale ordine religioso appartenesse.

Via Vincenzo Monti, 07100 Sassari SS, Italy
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