Santa Maria Annunziata alla Colonnella

Si tratta di una costruzione di forme rinascimentali con la facciata ornata da un elegante portale marmoreo. La chiesa, semidistrutta per eventi bellici, è stata ripristinata nel 1971, l’interno della chiesa fu risistemato nel 1970. Variazioni sono invece attestate per gli edifici contigui alla chiesa stessa. Anticamente alla chiesa era unito un convento. Prima del secondo conflitto mondiale, unita alla facciata del tempio, al di sopra di un loggiato, vi era la dimora del parroco, che poi fu distrutta dai bombardamenti assieme a parte della chiesa. Quando, nel 1950, l’esterno della chiesa fu restaurato, si tralasciò di ricostruire la suddetta dimora. Attualmente, al posto dell’originario convento vi è una moderna costruzione con numerosi locali, alcuni dei quali formano la residenza e lo studio dell’attuale parroco.Descrizione: Si tratta di un affresco di ignoto del sec. XV, riportato su tela, raffigurante la Vergine col Bambino. Entrata in uso: tra l’anno 1500 e l’anno 1507 Immagine: Dipinto
Ubicazione originaria del Santuario: non conosciuta Note sulla raccolta: La raccolta è completamente perduta. Il primo ex-voto di cui si ha notizia è una tabella (cfr. Garuffi, 1702), datata 3 maggio 1506, scomparsa col terremoto del 1672, che ricorda una grazia ottenuta da tale Ginevra di Paolo Barbieri, liberata da una grave forma di pleurite. Al primo ex voto ne seguirono altri, come testimonia un elenco di pochi anni dopo, datato 11 dicembre 1520 e redatto dal notaio Dolzoni: / In primis una peza di tela. / Gambe tre picole et grandi, x piedi picoli, 2 brazi cum le mane due d’argento, / mane quattro, testa una, brazino uno masizo. / Bochino de uno puto. / Crocetta una picola. / Agnus Dei due. / Core uno agnelado d’argento una. / Cordone uno de filo d’argento. / Cadena una cum anelli d’argento 25. / Certi colari de una vesta de dona recamati e scaietti. / Colane indorate d’argento cum […]. / Tavoletti d’argento indorati 55. / Uno paro de ochii d’oro. / Para de ochii d’argento 196 quali sono in una peza. / In un’altra peza: / Corone d’argento tra grande e picole cum le pedre de più sorte xv. / Una nostra domna cum el fiolo in brazo d’argento. / Imagine tra grande et picole d’argento xv. / Imagine salde de puti due d’argento. / Uno cavallo d’argento cun uno homo suso. / Teste d’argento tra picole et grande 24. / Pecti d’argento 9. / Nasi d’argento 6. / Lingue 3. / Una farsella da pecto d’argento. / Quadri saldi cum la Madonna suso due. / Una testa d’argento. / Orecchia una, didi due. / Pezoli d’argento non lavorati 5, sardi [?] 3. / Una Madonna in triangoli picola. / Una testa busa. / […] tra picoli et grandi 36. / Una catenetta d’argento incadenado in uno coco. / Uno anello, uno colare recamato d’argento. / Calesi cum le sue patene 3. / Uno turibulo cum la cadena d’argento. / Una tavoletta cinta d’argento cum una imagine et una Madonna d’argento. / Una borsa recamata a fiori pandolfeschi. / Quattro borse parte de pano d’oro parte de veludo. / Uno capo d’argento, uno [Christo?] d’argento et una imagine d’argento. / Le quali soprascritte cose sono tutte d’argento et furono offerte a dicta Madonna della Colonnella nanti che li frati intrassero in esso locho. / Item chori x fra grandi et picoli d’argento. / Item tre teste d’argento grandi et una picola. / Item 14 para de ochii d’argento. / Item una corona d’argento. / Item due melze d’argento. / Uno ochio d’oro qual dette Madonna Violante de’ Maschii. / Item una testa. / Item uno pecto d’argento. / Item dui brazi d’argento. / Quattro verghette et sei anelli. / Una mascella d’argento. / Item una testa et uno chere [?] d’argento. / Item sette borse de brochado et de veludo. Fra i vari voti offerti alla Madonna della Colonnella sembrano notevoli alcuni ex voto collettivi di Venezia e di Rimini; cioè una pittura raffigurante la città di Venezia (con la scritta: Venezia liberata dalla peste), databile probabilmente al 1631, due candelieri d’argento dei cittadini riminesi, per aver scampato pericoli bellici alla fine della guerra dei Trent’Anni (con la scritta, alla base: Ob pacem huic urbi servatamm, anno MDCXLIII – IV, bello reliquam estenuante Italiam S.P.Q.A.). (AA.VV., Figura Culto Cultura. I dipinti votivi della diocesi di Rimini, Ravenna, Cooperativa Supergruppo Editrice, 1981). D’altra parte, anche se non si tratta di veri e propri ex-voto, è forse il caso di segnalare il fatto che alcuni fedeli hanno fatto dono alla chiesa di oggetti di arredo liturgico. Tipologia degli ex voto: Tavolette o lamine con iscrizioni, Tavolette dipinte, Oggetti di oreficeria, Figurine antropomorfiche, Oggetti vari Conservazione attuale: essendo stati fatti oggetto di furto, gli ex-voto non sono più presenti nel santuario. Rinvio a pubblicazioni o descrizioni a stampa: AA.VV., Figura Culto Cultura. I dipinti votivi della diocesi di Rimini, Ravenna, Cooperativa Supergruppo Editrice, 1981.

La tradizione lega la nascita di questo santuario alla mancata esecuzione capitale di un pellegrino lombardo che sotto tortura aveva confessato un delitto non commesso: mentre era diretto a Loreto aveva inutilmente soccorso un ferito trovato per strada, nei pressi di un cippo, la Colonnella, che recava un affresco della Vergine col Bambino. Accusato di aver provocato la morte della persona che aveva soccorso, lo sfortunato pellegrino invocò la protezione dell’immagine e così i carnefici non riuscirono a trascinarlo sul patibolo. Nei primi anni del sec. XVI la città di Rimini era sotto il dominio di Venezia. Il santuario fu fondato sotto l’egida della Serenissima, tanto più che, al momento della sua fondazione, alcuni notabili veneziani che risiedevano a Rimini fecero donazioni per la costruzione della chiesa. Il primo ex-voto di cui si ha notizia è una tabella (cfr GARUFFI, 1702), datata 3 maggio 1506, scomparsa in col terremoto del 1672, che ricorda una grazia ottenuta da tale Ginevra di Paolo Barbieri, liberata da una grave forma di pleurite. Fra i vari voti offerti alla Madonna della Colonnella sembrano notevoli alcuni ex voto collettivi di Venezia e di Rimini; cioè una pittura raffigurante la città di Venezia (con la scritta: Venezia liberata dalla peste), databile probabilmente al 1631, due candelieri d’argento dei cittadini riminesi, per aver scampato pericoli bellici alla fine della guerra dei Trent’Anni. Tutti gli ex-voto sono ora perduti. Il santuario fu indemaniato tra il 1797 e il 1816. Dal 1° novembre 1961 il santuario è chiesa parrocchiale. La chiesa, semidistrutta per eventi bellici, è stata ripristinata nel 1971 (o 1961, l’anno non è certo), l’interno della chiesa fu risistemato nel 1970. La tradizione lega la nascita di questo santuario alla mancata esecuzione capitale di un pellegrino lombardo che sotto tortura aveva confessato un delitto non commesso: mentre era diretto a Loreto aveva inutilmente soccorso un ferito trovato per strada, nei pressi di un cippo, la Colonnella, che recava un affresco della Vergine col Bambino. Accusato di aver provocato la morte della persona che aveva soccorso, lo sfortunato pellegrino invocò la protezione dell’immagine e così i carnefici non riuscirono a trascinarlo sul patibolo. La leggenda di fondazione si evince dalle pubblicazioni segnalate in bibliografia. Vi sono delle iscrizioni conservate all’interno della chiesa (cfr. Brigliadori, Egidio, Una Chiesa, le sue chiese. Appunti di storia sulle parrocchie della Diocesi di Rimini, Rimini, Il Ponte Edizioni, 1997). BIBLIOGRAFIA – Oltre ai testi specificamente dedicati a questo luogo di culto si rinvia ad alcuni repertori significativi che presentano sezioni relative al santuario. – ARTICOLO IN MISCELLANEA – Pezzoli Stefano, ‘Repertorio generale dei Santuari in Emilia Romagna’, in Arte e Santuari in Emilia Romagna 1987, pp. 179 – 239. (Il volume passa in rassegna i santuari dell’Emilia Romagna, dandone in forma sintetica la storia e informando nel contempo il lettore sulle emergenze artistiche che li caratterizzano. Per la diocesi di Rimini sono descritti i seguenti santuari: S. Maria Annunziata alla Colonnella) – LIBRO – MELDINI, Piero – MILANTONI, Gabriello – SISTRI, Alessandro – TERENZI, Piergiorgio – TURCHINI, Angelo, Figura Culto Cultura. I dipinti votivi della diocesi di Rimini, Ravenna 1981 (Si tratta del catalogo di una mostra, strutturato in tre parti: artistico-iconografica; cultuale e religiosa; antropologica ed etnografica. Passa in rassegna i dipinti votivi della diocesi di Rimini. Sono descritti i seguenti santuari: S. Maria Annunziata alla Colonnella) – LIBRO – PASINI Pier Giorgio (a cura di), Luoghi sacri del riminese. Itinerari giubilari, Rimini (Si tratta di una guida che permette di individuare i più importanti luoghi sacri del territorio di Rimini. Sono descritti i seguenti santuari: S. Maria Annunziata alla Colonnella). Dal 1° novembre 1961 il santuario è chiesa parrocchiale. Tra il 2 dicembre 1866 e il 31 ottobre 1961 la chiesa fu curazia autonoma della parrocchia di San Lorenzo in Correggiano, il cui territorio in quegli anni si estendeva ancora fino al mare. Dal 1° novembre 1961 il santuario è chiesa parrocchiale. La giurisdizione restò ai cappuccini tra il 17 settembre 1816 e il 1° dicembre 1866. soppressione napoleonica. Il terz’ordine francescano ebbe giurisdizione sul santuario tra l’anno 1682 e l’anno 1797, anno della soppressione napoleonica. I Gerolomini restarono fino al 1682. Tra il 2 dicembre 1866 e il 31 ottobre 1961 la chiesa fu curazia autonoma della parrocchia di San Lorenzo in Correggiano, il cui territorio in quegli anni si estendeva ancora fino al mare. Dal 1° novembre 1961 il santuario è chiesa parrocchiale. I cappuccini furono al santuario tra il 17 settembre 1816 e il 1° dicembre 1866. Il Terz’ordine di San Francesco ebbe giurisdizione sul santuario tra l’anno 1682 e l’anno 1797. Non ci sono notizie sulla cura spirituale. Con il 1797 il santuario fu soggetto alle soppressioni napoleoniche. Nei primi anni del sec. XVI la città di Rimini era sotto il dominio di Venezia. Il santuario fu fondato sotto l’egida della Serenissima, tanto più che, al momento della sua fondazione, alcuni notabili veneziani che risiedevano a Rimini fecero donazioni per la costruzione della chiesa.

Rimini, Province of Rimini, Italy
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