Santa Maria della Neve

Con il tempo fu aggiunta un’altra navata, di stile rinascimentale, distinta dalla chiesa con archi a tutto sesto, che presentano un altare con ricco medaglione barocco, al centro del quale c’è la statua della Madonna della Neve. Nella parete della navata laterale destra, vi sono due tempietti privi di altare. A destra dell’altare maggiore, c’è la cappella patronale. Nel 1866 essa fu ingrandita e restaurata. Il campanile, aggiunto più tardi, dopo il terremoto del 1933, presenta nel suo lato sinistro, aggiunta una casetta con quattro piccoli vani adibiti inizialmente a dimora del parroco, e oggi a luogo di ritrovo per il catechismo. Nel 1937, in accordo con il parroco che aveva intrapreso lavori radicali nella chiesa, fu abbattuto il muro che divideva la cappella patronale dalla parte della chiesa verso l’altare maggiore, ed al suo posto fu eretta una balaustra di legno e relativo cancelletto. In epoca imprecisata, ci fu anche l’apertura di una seconda porta sulla facciata, ed all’interno uno sconvolgimento pressoché totale. L’altare della Madonna della Neve, che si trovava dov’è ora la porta di mezzo, fu ricostruito nella parte centrale, opposta cioè a dove è collocato adesso, ed il baldacchino con le quattro colonne, che sovrastava l’altare, andò in rovina. Per questi cambiamenti e per le scosse telluriche, si salvarono solo i quattro leoncini che sostenevano col dorso le colonne. Attualmente sono stati collocati ai piedi delle colonne gotiche delle navate. In seguito, sepolture scavate nei muri e nel pavimento (che causarono un inevitabile abbassamento dello stesso per assestamento), infiltrazioni di umidità, e in ultimo, il terremoto del 1933, resero la chiesa inagibile. Così rimase abbandonata fino al 1937, quando fu riaperta al culto dopo essere stata praticamente riedificata dalle fondamenta.Descrizione: La statua, chiamata di Maria Santissima Assunta, detta delle Concanelle, di stile bizantino, risale al secolo XIII: raffigura la Vergine su trono con Bambino sulle ginocchia. Quest’ultimo è nell’atto di rivolgersi ai fedeli con le braccia aperte. Fu deturpata per essere vestita di manti e sottane, il capo privato del velo ed assottigliato per consentire l’aggiunta di parrucca e corona. I piedi e la base coperti con cemento, il volto raschiato e poi ricoperto con smalto bianco. Nel 1933 fu riportata allo stato primitivo. La statua reca alla base una scritta con caratteri gotici. Entrata in uso: tra l’anno 1200 e l’anno 1299 Immagine: Statua Reliquia: Altra Luogo: Fiume Descrizione: E’ venerata anche un’altra statua: quella della Madonna della Neve, che subì ugualmente degli interventi deturpanti. Fu mutilata delle ginocchia, privata del manto ligneo per consentire di infilare le maniche, sventrata, con la fronte perforata da chiodi per il posizionamento di una parrucca ed una corona. Nel 1933 il parroco sollecitò l’intervento della Soprintendenza, per avviare lavori di restauro. Quando furono completati, la statua fu ricondotta a Bugnara (4 agosto 1933) alla vigilia della festa. Immagine: Statua
Tipologia degli ex voto: Tavolette o lamine con iscrizioni, Oggetti di oreficeria Conservazione attuale: Si tratta di cuori d’argento che si trovano sull’altare maggiore, al di sopra di un tabernacolo di marmo, dentro una nicchia. Rinvio a pubblicazioni o descrizioni a stampa: In ( Gregorio Paolilli Bugnara-Salcito. Due parrocchie Tip. La Moderna 1968 – pp. 20-30)

Gregorio Paolilli, nel libro (Bugnara-Salcito – Due Parrocchie, Tip. La Moderna, 1968) a p. 21 dice che la primitiva sede della parrocchia, fu la chiesa di Santa Maria delle Concanelle, forse prima del 1000. Probabilmente sorse ai tempi in cui gli Apostoli iniziarono da Roma, l’opera di diffusione del Cristianesimo. Un altro documento che proverebbe l’esistenza della chiesa in questo lasso di tempo fino al 1590, è una delle tre campane che reca incisa la data del 1351. Tuttavia solo dal 1590, cominciano ad esistere documenti d’archivio, che ne attesterebbero l’esistenza (Elenco generale dei parroci). L’abbandono del santuario avvenne dopo il terremoto del 1933 quando per motivi di sicurezza fu chiuso per essere riaperto al culto nel 1937. Tre lapidi murate nella facciata della parete interna, si riferiscono ad eventi imprecisati, risalenti rispettivamente al 1569, 1642, 1878. Nel 1937 è stata consacrata una campana col nome di Maria Niva, una suora bugnarese, dalla vita esemplare, morta ancora in noviziato presso le Suore Ravasco di Genova. Delle altre due campane, alloggiate nel campanile del santuario, una, la mediana, risale al 1351, quando un valoroso cavaliere e signore di Bugnara, Simone, della gloriosa stirpe dei Di Sangro, ne fece dono. I documenti dell’Archivio parrocchiale, come ad es. l’elenco di tutti i parroci che si sono succeduti nel santuario, sono attestati dal 1590. In (Gregorio Paolilli Bugnara-Salcito. Due parrocchie Tip. La Moderna 1968) a pag. 21 è riportato l’elenco degli arcipreti che si sono succeduti dal 1590 al 1967. Nel 1866 la baronessa Sofia Tedeschi-Villapiana, fece restaurare la cappella patronale. E’ documentato che la famiglia dei baroni Villapiana-Alesi, aveva già prima del 1866 una cappella nel santuario, chiusa da cancello con proprio stemma. All’interno della cappella esiste una tomba di famiglia con una lapide su cui sono incisi i nomi di quanti vi sono seppelliti. Questo fino al 1931. In seguito i lavori di manutenzione e le migliorie sono stati promossi dalla Curia col concorso dei fedeli.

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