Santi Felice ed Adautto

All’intervento del papa Giovanni I (523-526) è attribuibile la creazione della basilichetta ipogea, ricavata ampliando la galleria che aveva ospitato le tombe venerate; il Liber Pontificalis (I, p. 276) dice infatti che il pontefice renovavit cymiterium sanctorum Felicis et Adaucti, con riferimento, pare logico, proprio al centro cultuale della catacomba, cioè all’area che ospitava le tombe dei martiri Felice e Adautto. A questo intervento è da riferire, oltre che l’ampliamento della galleria, anche la creazione delle due absidiole poste sul fondo e la costuzione della scala monumentale; è evidente che tali interventi furono funzionali all’accresciuta frequentazione dell’ambiente a scopo cultuale.Descrizione: Oggetto del culto erano le tombe dei martiri, poste nel cimitero sotterraneo, verosimilmente nel fondo di una galleria poi allargata per la creazione della basilichetta (così Carletti e Weiland). I due termini cronologici proposti si riferiscono al pontificato di papa Damaso, al quale si deve l’inventio dei corpi dei martiri e la loro valorizzazione, nonché l’abbellimento del loro sepolcro secondo modalità altrove riscontrate negli interventi di questo pontefice, con un prospetto architettonico realizzato davanti alla parete nella quale si aprivano i due loculi che ospitavano le tombe di Felic ed Adautto (cfr. la ricostruzione proposta da A. Weiland, cit. in bibliografia). Entrata in uso: tra l’anno 366 e l’anno 384 Reliquia: Altra Tipo: Oggetto del culto non classificabile come immagine o reliquia Luogo: Altro
Raccolta di ex voto: No Ubicazione originaria del Santuario: Non esistono raccolte; ex-voto potrebbero essere tuttavia considerate le pitture raffiguranti i martiri, presenti in più punti nella basilichetta e nella catacomba e l’iscrizione posta da papa Damaso presso i sepolcri venerati.

La più antica e autorevole attestazione relativa al santuario è l’iscrizione fatta incidere da papa Damaso in onore dei due martiri(Ferrua, Epigrammata Damasiana, pp. 98-101, n. 7). Essi sono menzionati anche in una iscrizione dipinta all’esterno del cubicolo di Leone, nella stessa catacomba di Commodilla, nella quale si nomina il cem(eterium) A]dauti et Feli[c]is (ICUR II, 8669); la più tarda notizia si ha invece nell’Itinerario di Malmesbury, redatto prima del 682 (Valentini-Zucchetti, p. 135). I due martiri, come già detto, sono raffigurati più volte in pitture della basilichetta e della catacomba; da tali raffigurazioni, tuttavia, non si desumono indicazioni ulteriori relative al loro culto. Il cimitero di Commodilla nel quale è localizzato il santuario doveva dipendere da uno dei tituli urbani, come tutti i cimiteri suburbani; tale dipendenza, tuttavia, non è certa, ma soltanto supposta.

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