Nostra Signora della Misericordia

Il santuario, in pianta ottagonale, è di piccole dimensioni; si delinea un asse preferenziale dall’ingresso, provvisto di vestibolo, verso la cappella maggiore absidata. Il santuario ha la cupola e due bassi campanili agli angoli della parte anteriore e facciata con portico. L’interno è ricco di marmi. L’altare è addossato all’abside semiottagonale ed entro gli arconi del lato opposto si trovano due cappelle. Di fronte alla cappella maggiore sono ubicati due parapetti con balaustra a sezione poligonale intarsiati in marmo rosso breccia. L’edificio è stato restaurato nel 1877, 1908, 1915, 1956 e un intervento durato dal 1980 al 1981 ha riportato il santuario al suo antico splendore.Descrizione: Affresco raffigurante una Madonna Incoronata al fianco un uomo inginocchiato in atto di preghiera. L’immagine si trovava in casa del genovese Giovan Francesco Maggioli il quale si adoperò a portare insieme ai Cybo il culto della Madonna della Misericordia di Savona a Massa. Entrata in uso: nell’anno 1629 Epifania: Apparizione della Vergine. Immagine: Dipinto
Ubicazione originaria del Santuario: Altare della Madonna della Misericordia. Note sulla raccolta: Oggigiorno ve ne sono rimasti molto pochi a causa di numerosi furti. Tipologia degli ex voto: Tavolette o lamine con iscrizioni Rinvio a pubblicazioni o descrizioni a stampa: Per motivi di sicurezza non forniamo la collocazione attuale.

Con la legge del 18 Maggio 1798 (19 Fiorile anno VI) vennero chiamati alla nazione i beni e gli affitti appartenenti ai capitoli, collegiate, consorzi, communie di preti, mansonerie di qualunque genere e denominazione. Il santuario fu nuovamente abbandonato nel 1943 – 1944 durante i bombardamenti sulla linea gotica. Il santuario fu fondato a ricordo dei fatti miracolosi avvenuti a Savona e all’apparizione della Madonna sulla nuvola. All’interno del santuario dal 1831 al 1846 operava la confraternita della Misericordia, denominata precedentemente delle Estimmate di San Francesco; in questo periodo la confraternita provvide all’amministrazione del santuario. Nel 1864 l’amministrazione venne data ai fratelli delle scuole cristiane. Questa scheda è stata compilata da Gabriele Costa. Con l’unità d’Italia tutti i beni del duca passarono allo stato italiano, perciò anche il diritto di nomlina del cappellano che il duca aveva acquisito. Questo diritto lo stato lo rivendicò per alcuni anni, per poi passarlo al vescovo, secondo gli accordi tra governo piemontese e Santa Sede del 1828. La chiesa fu sempre considerata di patronato dei principi della città e l’amministrazione del santuario veniva nominata dal duca e presieduta da un membro della famiglia. Il vescovo di Luni- Sarzana approvava solo gli amministratori scelti dalla casa regnante.

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