Nostra Signora di Bonu Ighinu

Non si conosce la tipologia architettonica del santuario precedente (forse di età medioevale). La struttura architettonica dell’ attuale santuario risale al 1797 e non ha subito cambiamenti. La chiesa presenta la pianta a croce latina e l’interno ad unica navata con copertura a botte. Vicino all’abside di forma rettangolare, sono due piccole cappelle. La facciata è monumentale, in stile rococò rivisitato con il gusto locale: essa è divisa orizzontalmente da tre leggere cornici, verticalmente da ordini di colonne sovrapposte. Superiormente sono delle creste salienti. La decorazione, di gusto popolare, è molto ricca sopra il portale e la finestra centrale. Ai lati sono robusti contrafforti, fra i quali furono costruiti gli alloggi per i pellegrini importanti.Descrizione: La statua è costituita da un manichino ligneo che rappresenta la Madonna. Il corpo é costituito da un unico pezzo di legno non scolpito; viso e arti superiori sono appena abbozzati. Indossa un abito bianco con ricami dorati e un mantello azzurro. Sul capo è posata una corona d’argento. I lunghi capelli scuri sono veri e sono stati donati come ex-voto per grazia ricevuta. Studiosi locali la ritengono di stile barocco, anche se sinora non è disponibile una datazione precisa. Non é noto nemmeno il momento in cui entrò in uso, e si ignora se vi sia stato un cambiamento dell’oggetto di culto (possibile, visto che la tradizione locale parla anche di un’altra statua della Madonna, più piccola rispetto a quella oggi utilizzata). Immagine: Statua
Ubicazione originaria del Santuario: Pareti del santuario; statua della Madonna. Note sulla raccolta: Sono tutti di età contemporanea e per essi, al momento, non sono disponibili date più precise. La raccolta è oggi costituita da pochi esemplari, prevalentemente preziosi (argento e oro): la maggior parte degli ex-voto non preziosi è andata infatti persa negli anni ’50. Tipologia degli ex voto: Tavolette o lamine con iscrizioni, Altro Conservazione attuale: Pochi ex-voto addobbano ancora oggi la statua della Madonna (nel santuario). E’ attualmente in fase di realizzazione una teca per l’esposizione completa di tutti gli ex-voto, che l’Amministrazione comunale di Mara intende collocare, su suggerimento del parroco , nei locali delle antiche cumbessias (locali per ospitare i pellegrini attigue al santuario).

Il santuario avrebbe, secondo alcuni studiosi, origini molto più antiche e risalirebbe al Medioevo quando, probabilmente inserita nella diocesi di Bosa, avrebbe costituito la parrocchiale del borgo di Bonuighinu. L’originaria chiesa potrebbe essere stata parzialmente distrutta intorno al 1436, in concomitanza con la distruzione della villa e del castello omonimi.Tuttavia recenti studi sul territorio sembrano indicare come parrocchiale del distrutto borgo di Bonu Ighinu la chiesa di Santa Caterina, mentre il santuario sarebbe riconducibile ad un insediamento religioso temporaneo. Nel 1797 il santuario, verosimilmente preesistente a tale data, fu sicuramente restaurato ed ampliato. Dal 1980 al 1997, durante altri lavori di restauro, la chiesa é stata temporaneamente abbandonata. La statua della Madonna é stata allora trasferita nel paese di Mara, cosicché i riti si sono svolti nella parrocchia di San Giovanni Battista. Dal 1997 il Santuario, restaurato e ritornato in possesso del suo oggetto di culto, é di nuovo in funzione. La leggenda, tramandata dalla tradizione orale, è stata di recente raccolta da una studiosa locale che, collaborando con l’Amministrazione comunale di Mara, ha in preparazione un lavoro sull’argomento. Questa la leggenda: In passato il paese di Mara e quelli vicini erano sempre in lotta fra loro. Un giorno apparve la Madonna che chiese la costruzione di una chiesetta per riportare la pace e ristabilire i rapporti di bonuighinau (buon vicinato) fra gli abitanti dei villaggi vicini. Sul luogo dell’apparizione sorse così il santuario. Alcune tradizioni riguardanti i miracoli della Madonna sono contenute in Congiu-Serra Mara nella memoria (vedi bibliografia): 1) Durante una processione regolarmente partita da Mara e diretta al Santuario, mentre i portatori si riposavano, alcuni abitanti del vicino paese di Padria tentarono di portare via la statua della Madonna. Questa, diventata improvvisamente pesantissima, non potè assolutamente essere sollevata. La Madonna, che non voleva andare con i padriesi, si alleggerì solo quando venne risollevata dai portatori di Mara. 2) Variante della precedente tradizione: la statua diventò pesante perchè aveva perso un anello facente parte dei suoi addobbi. Ritrovato e risistemato l’anello, la statua ritornò leggera e la processione potè continuare. 3) In periodo di siccità si svolse una processione straordinaria per invocare la pioggia. Laddove era appena passata la statua della Madonna apparvero grossi nuvoloni e subito cominciò a piovere, mentre davanti, dove essa non era passata, il cielo si presentava ancora completamente sereno. Alle precedenti si aggiunge, per analoga tipologia, la seguente tradizione, raccolta durante la schedatura del presente santuario: Vicino al santuario abitava il custode e la sua famiglia. Erano molto poveri. Quando i bambini affamati chiedevano da mangiare, la mamma li mandava dalla statua della Madonna, dicendo che avrebbe provveduto lei. E ogni volta i bimbi trovavano il cibo necessario per sfamarsi. Un’altra tradizione, anch’essa compresa in Congiu-Serra, Mara nella memoria, racconta dell’esistenza di un’altra statua della Madonna, più piccola di quella attuale, che veniva custodita da un eremita. Questi chiamava la statua della Madonna mamma, e da lei era sempre protetto. Un’ulteriore tradizione, infine,sembra sottointendere un qualche rapporto (di cui allo stato attuale della ricerca sfugge il significato) fra il paese di Mara, quello vicino di Villanova Monteleone, e la città di Alghero, tramandando che la statua della Madonna di Bonuighinu era la ‘sorella’ di quella di Inter Rios (Villanova Monteleone) e di quella di Valverde (Alghero). Nel 1952 la statua della Madonna di Nostra Signora di Bonuighinu fu derubata dell’abito su cui erano cuciti numerosi ex-voto preziosi. La maggior parte di essi non fu più recuperata. Fra il 1954 ed il 1960 furono distrutti gli ex-voto di cera. Infine, durante l’ultima fase di restauro sono andate perdute anche le tavolette dipinte, realizzate da pittori locali. Il Santuario è stato di recente (1998) inserito nel più ampio progetto del Parco letterario Grazia Deledda, attraverso il quale l’Amministrazione Comunale di Mara intende conseguire una maggiore valorizzazione e una migliore fruizione, anche turistica, dell’intero complesso religioso. Il Santuario è anche oggi sotto la giurisdizione della Parrocchia di San Giovanni Battista di Mara. Non é disponibile l’entrata in vigore, che forse avvenne già a partire dal 1797. Attualmente il parroco di San Giovanni Battista é l’effettivo amministratore del Santuario di Bonuighinu. La cura materiale della chiesa, che dal parroco dipende, é invece affidata ad un Comitato locale (lo stesso che si occupa della organizzazione della Festa religiosa e civile e dell’apertura dell’edificio per tutto il periodo estivo).

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