Santissima Annunziata al Carmine

Si tratta dell’ultima fabbrica del complesso (Convento e chiesa) avvenuta dopo il terremoto del 1693. La chiesa è a croce latina, a tre navate.Descrizione: La grande statua della Madonna del Carmelo in marmo di Carrara fu inaugurata il 23 maggio del 1896 Entrata in uso: nell’anno 1896 Immagine: Statua Descrizione: Madonna del Carmelo che porge lo scapolare a San Simone Stock, opera di Sebastiano Ceccarini (Fano 1703-1773) eseguita fra il 1740 e il 1750. L’immagine fu incoronata dal Capitolo Vaticano l’11-03-1883 Entrata in uso: nell’anno 1750 Immagine: Dipinto
Note sulla raccolta: Numerosi ex voto pittorici, raccolti dal sec. XIX Tipologia degli ex voto: Tavolette dipinte, Protesi vere o rappresentate, Fotografie Conservazione attuale: Locali annessi alla sagrestia. Rinvio a pubblicazioni o descrizioni a stampa: Per grazia ricevuta. Ex voto pittorici della zona etnea, Catania 1992

Come si è detto, secondo una tradizione, la chiesa che il vescovo Leone avrebbe dedicato nel corso dell’VIII sec. a Santa Lucia, sarebbe stato il luogo dove era collocato il sepolcro di Sant’Agata, il cui corpo sarebbe stato trafugato nel XII sec. dal generale bizantino Giorgio Maniace. Se tale notizia è attendibile la prima edificazione della chiesa (di cui oggi rimane qualche rudere che risale probabilmente al periodo bizantino) sarebbe da collocare nel IV sec.L’abbandono del santuario fu successivo al terremoto del 1693 che distrusse totalmente il convento e la chiesa. Le notizie, solo in parte leggendarie, riguardano la consegna della chiesa ai Carmelitani. Durante la terza crociata, dopo la sconfitta delle milizie cristiane ad opera del Saladino, alcuni eremiti del Monte Carmelo cercarono scampo in Europa. Alcuni di loro, provenendo da Lentini giunsero a Catania dove, per interessamento della regina Costanza d’Altavilla, ottennero la chiesa di San Leone e di Santa Lucia in cui, secondo una pia tradizione erano custodite le spoglie di Sant’Agata. La fondazione del convento avvenne presso la piccola chiesa di San Leone e Santa Lucia, fuori le mura della città, ingranditasi tra la fine del XIV ed il XV sec. mediante il concorso dei re aragonesi Martino I e Martino II. Nel 1399 fu aperto uno studium di filosofia e teologia che nel 1477 venne promosso al grado di generale. La chiesa fu distrutta dal terremoto del 1693. I pochi frati superstiti continuarono la loro missione in una piccola capanna costruita tra le rovine della chiesa, e solo nel 1729 si potè iniziare l’opera di ricostruzione grazie all’operato di padre Salvatore Statella, di mons. Alessandro Caputo e del vicario don Giovanni Rizzari. Con la soppressione degli ordini religiosi nel 1866 ai frati furono lasciate poche stanze, e i locali del convento furono trasformati in caserma. Durante la II Guerra Mondiale la chiesa subì danni e fu restaurata tra il 1940 e il 1943. Elevata a Santuario Mariano dall’Arcivescovo Guido Luigi Bentivoglio. Dichiarata Basilica il 07-02-1988. Nella chiesa è affissa una lapide in cui ne è riassunta brevemente la storia: Questo tempio nell’anno 1200 eretto da Costanza moglie di Enrico II, dotato con pie elargizioni da re Martino, ornato da carlo II re di Spagna e di Sicilia, e rovinato nell’anno 1693 per forti terremoti. i Padri dell’Ordine dei Carmelitani della privincia di S. M. della Scala del Paradiso, nell’anno 1731 di restituirlo all’antica grandezza curarono (Rasà Napoli). Da notare solo che Costanza d’Altavilla morì nel 1198 e quindi la fondazione va anticipata di qualche anno.Il 19 marzo del 1880, Giuseppe Benedetto Dusmet, arcivescovo dei Catanesi, con solenne rito consacrò questo tempio e l’altare maggiore in onore della Beata Vergine Annunziata dall’angelo, anche perchè sia Leone XIII, che Angelo M. Savino priore generale appartenevano all’ordine dei Carmelitani calzati. Il primo documento che conferma l’appartenenza della giurisdizione della cappella della Madonna ai Paternò Castello – in particolare ad Agostino Paternò Castello, principe di Biscari – è del 27-10-1662. Dopo il terremoto del 1693 la ricostruzione vede il concorso dei principi di Biscari e dei duchi di Carcaci. Pur mancando documentazioni attendibili, il patronato potrebbe risalire ad un periodo precedente (XV sec.) e si protrasse fino al sec.

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